Aree naturali, parchi e riserve

Le faggete vetuste della Marsica, Patrimonio dell'Umanità

Il territorio della Marsica e le sue faggete secolari, simbolo di un ciclo vitale tutelato dall'UNESCO, vanto del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

Parlare di "faggete vetuste” è anche parlare di sistemi complessi che formano delle integrazioni incredibili. Sono tra gli organismi viventi più grandi al mondo e non a caso quelle della Marsica sono state riconosciute come Patrimonio UNESCO ed in quanto tali godono di uno speciale programma di tutela: il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ne garantisce una vita e una morte naturale, un ciclo che può durare secoli. Dicono al Parco: "Una foresta vetusta è un ecosistema caratterizzato dalla presenza di alberi di età avanzata, che possono quindi trovarsi al termine del ciclo di vita. Le foreste vetuste rappresentano la massima espressione di naturalità nei nostri territori. Infatti, grazie all’assenza dell’azione dell’uomo, gli alberi riescono a compiere tutto il loro ciclo vitale fino alla morte, arrivando così a raggiungere l’età massima possibile a cui, nei luoghi fertili, sono associate dimensioni notevoli”.

Per preservare questo ecosistema così unico e vulnerabile, è fondamentale che le visite vengano effettuate con il massimo del rispetto e nell’osservanza delle norme strettissime consultabili dal sito del Parco.

È molto interessante scoprire come la faggeta sviluppi nei secoli le quattro fasi della vita: la "costruzione”, che dura anche un secolo e mezzo e dove i giovani faggi riescono ad innalzarsi al di sopra degli arbusti; segue la "forma biostatica” per due secoli e mezzo, che è il momento del massimo splendore per giungere poi alla "degradazione”, che dimostra il passare del tempo fino alla morte.

Ma il ciclo vitale di questi monumenti naturali della Marsica non termina qui, perché la morte di un albero crea subito le condizioni ottimali per lo sviluppo di una nuova fase di vita di un bosco, la ”rinnovazione”, e non solo per la crescita di nuove piantine dello stesso faggio, ma anche di acero o sorbo.

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