Enogastronomia

I Piatti tipici della Marsica

Tra i migliori piatti tipici della Marsica è possibile assaporare la patata del Fucino, l'agnello cacio e ovo, il baccalà sotto sale per non parlare, poi, delle bevande tipiche del territorio come l'amaro Taccone

Non sono tanti i territori che hanno dovuto convertire le proprie tradizioni culinarie in maniera tanto drastica come la Marsica, con il prosciugamento del grande bacino del Fucino. Via allora, i pescatori ed ecco gli agricoltori, che hanno saputo fare così bene il loro lavoro, che in poco tempo i nuovi prodotti come la "patata del Fucino” è diventata un prodotto Igp insieme alla carota sempre del territorio. 

Ovviamente non tutto ruota intorno alle coltivazioni dell’altopiano: la Marsica è pur sempre una regione abruzzese con vista sui monti e quindi fanno parte della tradizione tutti i piatti legati all’allevamento, degli ovini in particolare. E così, per parlare di secondi piatti, tanto per focalizzare le specialità, è facile mangiare gli arrosticini di pecora, ma anche l’agnello cacio e ovo, che non sarà leggerissimo ma di sicuro di gusto sopraffino. Dato che la patata è una eccellenza, viene accostata alle polpette in umido. Ricercatissimo il brasato di cinghiale, cucinato, come dice la tradizione "alla cacciatora, con aglio, olio evo e spezie, accompagnato da crema di nocciole e sfumato con il vino bianco”. Una delizia. Ma come da tradizione montanara nel menù tipico compare sempre il baccalà sotto sale, cucinato in modo da fargli mantenere la croccantezza. 

Ma arrivando a Avezzano, la "capitale” della Marsica, cosa conviene mangiare? Le sagne coi fagioli, una derivazione di cucina povera della tradizione. Squisita, però! Manca di parlare delle bevande, elenco che si apre con l’acqua oligominerale Santa Croce imbottigliata a Canistro. Il vino è obbligatoriamente il Montepulciano d’Abruzzo, mentre non può mancare in nessuna tavola l’Amaro Taccone prodotto a Massa d’Albe, che era stato inventato da Vito Taccone, ciclista professionista di grande qualità e che tutti chiamavano "Il camoscio d’Abruzzo”.

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